martedì 11 agosto 2009

Controllare la navigazione senza che i figli lo sappiano

il titolo del post è una delle domande etiche che mi ha colpito di più.
Premesso che un controllo della navigazione web dei minori sia necessario sorge questa domanda.

E' giusto far eun controllo della navigazione web dei minori senza che questi siano al corrente della cosa?

Trasparenza quindi nel parlare coi figli che la loro navigazione su internet è tenuta sotto controllo ai fini di garantire una maggiore sicurezza e l'evitare che questi incorrano in pericoli o anche non solo in pericoli ma semplicemente incontenuti inadatti per loro oppure fare un attentocontrollo di ogni sito visitato dai minori, delle loro frequentazioni sui social network o programmi di messaggistica istantanea senza che questi lo facciano.
Entrambe le soluzioni hanno i loro pro e i loro contro analizzandole sotot i vari punti di vista, a partire da quello dell'etica, dall'efficacia e dall'efficenza delle diverse strategie.
Trasparenza:
Pro:
Onestà nei confronti del minore che sa che viene monitorato durante la navigazione.
Contro:
Possibilità che questo creda che il tutto venga fatto per mancanza di fiducia nello stesso
Sensazione che questo sistema sia usato con fini punitivi
Controllo nascosto:
Pro:
Navigazione più tranquilla nel web del minore che non si sente costantemente monitorato
Possibilità, almeno per le fascie di utenti più vicini alla maggiore età di scoprire eventuali siti con contenuti non adatti frequentati da questi
Contro:
Possibile perdità di credibilità qualora il minore scopra di essere stato controllato senza avviso
Questi sono sono solo alcuni esempi di pro e contro di questi due metodi, e se personalmente dovessi scegliere userei un metodo di controllo che sta in mezzo alle due soluzioni o meglio che le comprende entrambi.
Il minore specie man mano che è in grado di comprendere la necessità di un controllo andrebbe avvisato del fatto che la sua navigazione venga controllata, ma andrebbe spiegato anche che il tutto viene fatto non con scopi punitivi o repressivi ma per tutelare lui stesso.
non è necessario però entrare nei dettagli specifici di cosa e come gli strumenti utilizzati pe ril monitoraggio dell'attività web del minore sia spiegato, specie se si utilizzano strumenti la cui complessità tecnica non sarebbe comprensibile da questi.
In questo modo si può gestire, anche in base al singolo minore che is sta monitorando e al suo modo di reagire un approccio diverso al fine di garantire una giusta tutela di questo ma di non farlo sentire sotto controllo in ogni suo movimento.
Man mano che nelle risposte al post reperirò altri pro e contro delle due possibilità elencate sopra o altre soluzioni al problema aggiornerò il post

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